lunedì 25 luglio 2016

Presentazione nuovo percorso di catechesi.Tobia

Tobia e l'angelo

PER I BAMBINI E LE FAMIGLIE IL 9 SETTEMBRE SI PRESENTA "TO-BIA "

Nuovo percorso di formazione per catechisti dell'iniziazione cristiana.

Il progetto sarà presentato venerdi' 9 settembre 2016, presso la Sala Perazzo della Curia Metropolitana - via Val della Torre 3 - Torino,   alle ore 10 e alle ore 20.25.

Leggiamo su "La voce del Popolo" di Torino del 24 luglio 2016:

  "L'ufficio Catechistico Diocesano ha organizzato due appuntamenti per presentare alla diocesi " TO-BIA", il percorso di formazione per catechisti della iniziazione cristiana ( dei ragazzi e delle loro famiglie). TO-BIA è proposta diocesana – pensata per sostenere le comunità parrocchiali nell'attuazione degli orientamenti indicati dal Vescovo nella lettera pastorale 2014-2015 " L'amore più Grande" – che prende il nome da un personaggio biblico ( che significa Dio è buono) per fare emergere sin dal titolo del percorso la buona notizia dell'amicizia e della prossimità di Dio. Gli incontri di presentazione si svolgeranno il 9 settembre alle 10 e alle 21, presso la sala Perazzo della Curia diocesana. La scelta dei due orari differenti è fatta con l'intenzione di favorire il più possibile la partecipazione di parroci, vice parroci, diaconi, coordinatori della catechesi , catechisti e responsabili pastorali delle parrocchie.
In questa occasione verranno raccontati gli obiettivi del primo anno di attività, che è particolarmente dedicato al primo annuncio per i bambini e per le famiglie, ma anche del secondo e terzo anno. "TO-BIA", infatti, è un progetto che sarà articolato su sei anni: in questo anno pastorale saranno attivati oltre al primo, anche il secondo ( dedicato alla memoria del battesimo e all'approfondimento di alcune figure bibliche) e il terzo (concentrato sulla celebrazione dell'Eucaristia) rivolto a coloro che hanno già iniziato il percorso.
Oltre a questo verranno presentate le modalità di svolgimento delle attività che prevede un coinvolgimento attivo dei catechisti, chiamati a vivere in prima persona l'esperienza ecclesiale e spirituale che propongono ai partecipanti agli incontri.
Si tratta di un aspetto caratterizzante "TO-BIA" : i catechisti approfondiscono i nodi tematici dell'iniziazione cristiana e allo stesso tempo sperimentano gli strumenti pedagogici per vivere un'esperienza di fede. La presentazione sarà curata da Don Michele Roselli, direttore dell'ufficio Catechistico Diocesano, in collaborazione con alcuni dei numerosi formatori provenienti dalle parrocchie del territorio che hanno già vissuto l'esperienza "TO-BIA" e si sono resi disponibili alla formazione di altri catechisti.
Insieme al coinvolgimento con le famiglie e al Primo annuncio della fede, al cuore del progetto di "TO-BIA" sta la "mistagogia", una parola ormai poco usata e difficile da cogliere eppure essenziale per lo svolgimento del progetto. La mistagogia è la tappa finale per l'iniziazione cristiana degli adulti, che, secondo i documenti della Chiesa, deve ispirare i cammini ordinari di tutti i battezzati.
 Nella Chiesa antica la mistagogia era un tempo specifico di catechesi, svolta dopo la celebrazione dei tre sacramenti dell'iniziazione cristiana, per introdurre pienamente ai misteri di Dio. Oggi, come allora la mistagogia è tempo e dinamica del percorso di iniziazione cristiana, in cui si favorisce la personale appropriazione del dono ricevuto nei sacramenti e in cui continua l'attenzione educativa della comunità oltre la celebrazione. "

martedì 12 luglio 2016

Prossimo: Molto vicino

Chi è il mio prossimo ? 

dal dizionario :
"Prossimo = molto vicino a qualcosa o qualcuno nello spazio  "
Papa Francesco ci aiuta a riflettere così :


"non devo catalogare gli altri per decidere chi è il mio prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non essere prossimo - la decisione è mia -, dipende da me essere o non essere prossimo della persona che incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o magari ostile. E Gesù conclude: «Va’ e anche tu fa’ così» (v. 37). Bella lezione! E lo ripete a ciascuno di noi: «Va’ e anche tu fa’ così», fatti prossimo del fratello e della sorella che vedi in difficoltà. “Va’ e anche tu fa’ così”. Fare opere buone, non solo dire parole che vanno al vento. Mi viene in mente quella canzone: “Parole, parole, parole”. No. Fare, fare. E mediante le opere buone che compiamo con amore e con gioia verso il prossimo, la nostra fede germoglia e porta frutto. Domandiamoci – ognuno di noi risponda nel proprio cuore – domandiamoci: la nostra fede è feconda? La nostra fede produce opere buone? Oppure è piuttosto sterile, e quindi più morta che viva? Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto? Sono di quelli che selezionano la gente secondo il proprio piacere? Queste domande è bene farcele e farcele spesso, perché alla fine saremo giudicati sulle opere di misericordia. Il Signore potrà dirci: Ma tu, ti ricordi quella volta sulla strada da Gerusalemme a Gerico? Quell’uomo mezzo morto ero io. Ti ricordi? Quel bambino affamato ero io. Ti ricordi? Quel migrante che tanti vogliono cacciare via ero io. Quei nonni soli, abbandonati nelle case di riposo, ero io. Quell’ammalato solo in ospedale, che nessuno va a trovare, ero io.

martedì 5 luglio 2016

Rettitudine e Misericordia

 I Vangeli attestano che sul tema della misericordia Gesù si è scontrato con gli uomini religiosi del suo tempo, con quanti si sentivano irrepresensibili: Gesù non stava con gli intransigenti della legge, perchè al centro della sua sollecitudine non era la legge ma la salvezza dell'uomo o della donna che incontrava. Non era ossessionato dal peccato, che certo pur condannava, ma sentiva come suo compito l'annuncio della buona notizia che l'amore di Dio salva. In questo, va detto, non ha seguito la predicazione del suo maestro Giovanni il Battista, avendo compreso che ciò che spettava a se, dopo tutta la predicazione profetica, era annunciare il Vangelo, mostrando con parole e azioni che Dio non castiga chi ha peccato e che la misericordia e il perdono di Dio sono più decisivi della legge. Se nell'Antico Testamento, fino a Giovanni, vigeva il principio secondo cui al peccato deve seguire la conversione, e solo in seguito a questa sono possibili il perdono e la misericordia, per Gesù invece, una volta infranta la legge, al peccato segue la misericordia di Dio, la quale può causare la conversione. Non è la virtù che rende capaci di amare, ma è l'amore che rende più virtuosi! Alla peccatrice colta in adulterio, condotta da Gesù affinchè egli confermi la condanna della lapidazione prevista dalla legge, Gesù dice: " Io non ti condanno, ti perdono, e di conseguenza va e non peccare più". L'azione dell'adulterio è condannata, chi ha commesso il peccato no! Verso il peccatore nessuna condanna ma neanche ciò che può essere equivalente ad essa, il giudizio, che invece spetta a Dio solo, su ciascuno e su tutti.


 

sabato 2 luglio 2016

Accoglienza


 



Francesco fa sedere accanto a sè sul palco un gruppo della Caritas di Firenze e dice: " Quante volte incontriamo un povero e possiamo essere generosi con lui e avere compassione, ma di solito non lo tocchiamo, gli offriamo una moneta, ma evitiamo di toccargli la mano. Per favore, sono i nostri fratelli, il cristiano non esclude nessuno, dà posto a tutti.

venerdì 1 luglio 2016

Anno della Misericordia: celebrare insieme la Riforma Luterana


 

Mentre i teologi discutuno sul "come"celebrare il quinto centenario dell'inizio della Riforma, Papa Francesco anticipa i tempi e annuncia che andrà a Lund in Svezia, il 31 ottobre 2016 per celebrare insieme l'inizio dell'anno Giubilaredella Riforma Luterana. Il Papa, ha detto: "Alla luce della Parola di Dio che ci guida, in questo anno Giubilare straordinario della Misericordia, chiediamo perdono per le nostre divisioni, non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo che il peso delle colpe passate continui  ad inquinare i nostri rapporti , la Misericordia di Dio rinnoverà le nostre relazioni. Nel 2017, il modo più giusto per i cristiani cattolici e luterani di volgere indietro lo sguardo ai 500 anni passati sarà porre al centro il Vangelo di Gesù Cristo.